I cervelli di neonati e adulti sono “sincronizzati” durante il gioco. A rivelarlo é la Priceton University

Pubblicato il 09/03/2020 - lettura stimata: 6 minuti

L’interazione tra adulto e bambino aiuta a sviluppare la comunicazione infantile

Il cervello é una potente macchina di comunicazione tra individui. Gli studi della Priceton University hanno dimostrato che esiste uno scambio di messaggi anche tra adulti e bambini che interagiscono e giocano insieme. Ma in che modo questo avviene?

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La comunicazione infantile avviene con un apprendimento lungo e complesso

La capacità di comunicare durante i primi anni richiede uno sforzo comune di tutti i protagonisti in gioco. Elementi come lo sguardo, le espressioni facciali e l’utilizzo delle parole sono strumenti che devono essere appresi grazie all’interazione con il mondo degli adulti.

La comprensione condivisa delle norme della comunicazione é associata alla all’attivazione neurale di regioni cerebrali di ordine superiore (Hasson et al., 2012).

Cosa accade dunque nelle aree del cervello quando vi é l’interazione adulto-bambino?

Gli studi hanno dimostrato una correlazione tra le aree linguistiche dell’ascoltatore e quelle del cervello di chi parla grazie all’utilizzo di fMRI (Stephens et al., 2010). La presenza di un codice neurale condiviso permette di imparare le norme della pragmatica comunicativa già dai primi anni di vita.

La comprensione dell’uso corretto delle modalità attraverso le quali imparare a comunicare idee, desideri ed intenzioni emerge infatti nel corso delle interazioni con altri membri della comunità “orale” (Vygotsky, 1978; Tomasello, 1992).

Il cervello infantile parrebbe dunque essere sintonizzato al contesto per imparare i segnali comunicativi e permettere ai bambini di diventare “attori sociali”.

 

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Come l’interazione nel gioco permetta lo sviluppo della comunicazione infantile

Per studiare lo sviluppo della comunicazione infantile la ricerca di Piazza et al. (2018) della Princeton Neuroscience Institute (NPI) ha utilizzato una nuova tecnica sperimentale per misurare contemporaneamente il cervello di neonati e adulti durante l’interazione ludica.

La modalità di scanning a due vie consente infatti un feedback continuo da altri interlocutori grazie al contatto visivo, le espressioni facciali e la prosodia. Gli elementi comunicativi sono infatti necessari ai bambini per poter immagazzinare le informazioni condivise (Tomasello, 1992).

La sincronizzazione sociale svolge un ruolo cruciale per l’apprendimento precoce (Vygotsky, 1978) e il contributo dei genitori è significativo nella prima infanzia (Brazelton, Koslowski e Main, 1974). Anche il ritmo ed il tono del discorso diretto ai bambini aiutano ad apprendere il significato sociale della frase come dimostrato da Thiessen et al. (2005). Le madri infatti modificano il tono della voce quando parlano con i bambini cambiando la prosodia a seconda del feedback emotivo dei loro bambini (Smith & Trainor, 2008).

Nello studio di Piazza et al. (2018) un adulto ha interagito con 42 bambini di età compresa tra 9 e 15 mesi durante attività quotidiane come suonare, cantare e leggere. La tecnica fNIRS (spettroscopia infrarosso funzionale) fornisce una misura non invasiva dei cambiamenti dell’ossigenazione del sangue dovuti all’attività neurali per permettere ai partecipanti di interagire liberamente. Nel gruppo di controllo invece é stato inserito un terzo interlocutore nella dinamica relazionale.

Elise Piazza, autore principale dello studio, ha affermato:

“Ricerche precedenti hanno dimostrato che i cervelli degli adulti si sincronizzano quando guardano film e ascoltano storie ma conosciamo poco sulla sincronia neurale nei primi anni di vita”.

L’esperimento é stato diviso in due sessioni. Nella prima parte lo sperimentatore adulto ha trascorso alcuni minuti interagendo direttamente con un bambino mentre il piccolo sedeva sulle ginocchia dei genitori. Nella seconda parte lo sperimentatore interagiva con un altro adulto mentre il bambino era impegnato con il proprio genitore.

I ricercatori hanno scoperto che nelle sessioni faccia a faccia il cervello dei bambini era sincronizzato con quello dell’adulto. Le aree cerebrali coinvolte erano deputate alla decodifica e alla comprensione complessa degli input esterni. L’accoppiamento neurale adulto-bambino é tuttavia scomparso nel momento in cui sono stati allontanati.

I risultati hanno inoltre dimostrato come la corteccia frontale sia importante nell’apprendimento, la pianificazione e le funzioni esecutive complesse nonostante si ritenesse fosse sottosviluppata nell’infanzia.

Al riguardo Casey Lew-Williams, co-direttore del Princeton Baby Lab, ha affermato:

“Il cervello infantile guidava quello adulto per alcuni secondi indicando come i bambini siano capaci di dare input attivi per indirizzare gli adulti verso un obiettivo come un giocattolo da prendere”.

Durante la comunicazione infatti l’adulto ed il bambino formano un circuito di feedback dove il comportamento dell’uno influenza quello dell’altro. Lo studio del Princeton Neuroscience Institute apre nuovi scenari nella ricerca sulle deboli risposte neurofisiologiche al contatto visivo nei bambini con disturbo dello spettro autistico (Elsabbagh et al., 2009). I risultati supportano infatti modelli di sviluppo transazionale che sottolineano non solo il ruolo dell’input adulto ma anche la risposta dei bambini (Sameroff & Chandler, 1975; Sameroff, 2009).

L’attivazione prefrontale del cervello del bambino precede e guida un’attivazione simile nel cervello adulto, anche quando la vocalizzazione infantile é minima. La concertazione adulto-bambino segue processi espliciti ed impliciti veicolati da sottili segnali comportamentali del bambino che a loro volta cambiano in corrispondenza di quelli adulti (Telkemeyer et al., 2009).

L’indagine del team di Piazza et al. (2018) rappresenta un approccio innovativo allo studio della dinamica adulto-bambino e allo sviluppo di modelli di cognizione e apprendimento socialmente integrati. L’accoppiamento neurale é quindi parzialmente mediato dai segnali sociali come lo sguardo condiviso e il sorriso infantile.

In conclusione la ricerca futura dovrà prendere in considerazione non solo gli input degli adulti ma anche le risposte dei bambini per analizzare la dinamica interattiva cerebrale. La creazione di un quadro teorico più ricco potrebbe agevolare la comprensione delle modalità comunicative nei bambini con disturbi dello spettro autistico e lo sviluppo di nuovi approcci didattici e di intervento.

 

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Fonti:

Princeton University. "Baby and adult brains 'sync up' during play: It's not your imagination -- you and your baby really are on the same wavelength." ScienceDaily. ScienceDaily, 9 January 2020.

Telkemeyer, S., et al. Sensitivity of newborn auditory cortex to the temporal structure of sounds. J. Neurosci. 29, 14726-14733 (2009)

Tomasello, M. The social bases of language acquisition. Soc. Dev. 1, 67-87 (1992). Vygotsky, L. in Readings on the Development of Children 34-41 (Scientific American Books, New York, 1978).

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