Geneticamente obesi? La scienza dice sì

Pubblicato il 20/12/2019 - lettura stimata: 6 minuti

L'obesità è un fattore genetico, non solo mentale

Nel corso della storia gli obesi sono stati ritenuti responsabili delle loro condizioni. Solo negli Stati Uniti il 60% delle persone è sovrappeso o, addirittura, obeso. E’ possibile considerare che sia solo una questione di mancanza di autocontrollo? 

gruppo di studio corso ECM

Il ruolo dell’ambiente e dei geni

Gli studi di J. M. Friedman (2019) provano che la propensione all’obesità è, in misura significativa, determinata geneticamente così come accade per altri fattori come l’altezza. La probabilità di nascere predisposti per l'obesità è persino maggiore dells probabilità di sviluppare schizofrenia, cancro al seno e malattie cardiache.

Senza trascurare l’influenza dei fattori ambientali che permettono a quasi tutti un accesso sostanzialmente illimitato al cibo, è la genetica (e non l’ambiente) a rappresentare l’elemento decisivo nel determinare il peso di ciascuno di noi.

L’attenzione sull’argomento è stata recentemente risollevata grazie al monologo del comico James Corden che ha raccontato delle sue lotte contro il sovrappeso, costellate di sforzi. Un monologo in risposta a un editoriale di Bill Maher, il quale sosteneva che la condizione delle persone obese è data dalla loro mancanza di autocontrollo.

Per capire meglio le cause dell’obesità, le scienze si sono focalizzate sulle basi neuroanatomiche del comportamento:

  • il meccanismo molecolare che regola l’assunzione di cibo;
  • I meccanismi molecolari che regolano il consumo di energia;
  • i geni che causano l’obesità 

La questione genetica

Le ricerche di J.M. Friedman (2019) dimostrano che l’obesità è causata da un gene difettoso che codifica l’ormone adipocita leptina e che peraltro alcune persone non producono. Un caso riportato anche da J.Friedman (2003) è quello di una bambina sovrappeso e della sua cugina alle quali è stata riscontrata la mancanza del gene della leptina.

Una volta iniziato il trattamento con la leptina le loro modalità di alimentazione sono rientrate nella norma.Questo gene non è l’unico responsabile di queste disfunzioni, in quanto il 10% dei bambini patologicamente obesi che provengono da famiglie con le stesse caratteristiche non presenta alcuna mutazione.

Il ruolo della leptina nell’equilibrio del peso corporeo

La leptina è un peptide che funziona come segnale afferente in un circuito di feedback negativo e ha la funzione di mantienere il peso corporeo per un intervallo relativamente ristretto. Le sue mutazioni provocano un appetito insaziabile, l’obesità patologica e numerose anomalie cliniche e i soggetti eterozigoti che le presentano sviluppano obesità non grave come i soggetti omozigoti.

Negli obesi questi geni regolano il peso corporeo, l’apporto calorico e il dispendio energetico con notevole precisione. Compensano inoltre la perdita di peso della persona attraverso una diminuzione del metabolismo aumentando la fame così, pur seguendo una dieta, si riesce ugualmente a guadagnare il peso perduto.

La leptina infatti regola l’intensità della fame: in sua assenza, le persone riferiscono di non essere in grado di controllare l’appetito. Nelle persone senza mutazione della leptina, l’ormone viene secreto dalle cellule adipose nel flusso sanguigno e agisce su cellule cerebrali che regolano l’appetito.

Il sistema funziona come un termostato, chiamato anche lipostato, secondo il quale, quando la quantità di grasso aumenta, aumenta anche la leptina, quindi diminuisce l’assunzione di cibo. Quando si perde peso la leptina diminuisce, stimolando nuovamente l'appetito.

Dal punto di vista evolutivo questo sistema mantiene livelli ottimali di tessuto adiposo, utile come fonte di calorie nei periodi di mancanza di cibo. Sicuramente è stato un fattore indispensabile nel corso dell’evoluzione umana per bilanciare il rischio di essere troppo magri o troppo obesi e divenire vittime della fame (nel primo caso) o delle prede (nel secondo).

L’identificazione di una base genetica per l’obesità ha aperto nuove strade per la scoperta di diverse sindromi da deficit di leptina tra cui la lipodistrofia (causa del diabete insulino-resistente) e l’amenorrea ipotalamica e per formulare la teoria secondo la quale la patogenesi dell’obesità è eterogenea.

L’ appetito è una questione di testa

La regolazione del peso e dell’appetito è centrato nell’ipotalamo, una regione del cervello rimasta quasi immodificata nel corso dell’evoluzione tranne che per le connessioni con centri corticali superiori, più sviluppati nei primati.

L’ipotalamo ha un ruolo centrale nel controllo delle pulsioni, come la sete, il comportamento sessuale, la temperatura e l’alimentazione, funzioni possono essere contrastate grazie da un maggior autocontrollo generato dalla corteccia.

Questo non corrisponde a tutti gli effetti alla realtà perché studi scientifici hanno evidenziato come i centri neurali che controllano l’appetito superino i fattori motivazionali e il peso perduto venga recuperato.

E’ necessario quindi approfondire come vengano integrati gli input sensoriali e cognitivi rilevanti per regolare l’alimentazione attraverso sistemi motivazionali complessi.

I mass media modellano la percezione dell’obesità

Se l’evidenza scientifica ha apportato diversi contributi alla questione genetica versus motivazione perché ancora oggi questo problema ha generato dubbi nell’opinione pubblica?

Forse perché la percezione dell’obesità è modellata sulla base dell’esperienza personale, oltre al fatto che veniamo costantemente bombardati da annunci pubblicitari dell’industria della dieta secondo i quali il peso può essere controllato grazie alla forza di volontà.

Per poter porre fine alla stigmatizzazione delle persone obese, il compito della comunità scientifica è quello di comunicare efficacemente le prove secondo le quali l’obesità patologica non è una scelta personale ma una malattia caratterizzata da numerose condizioni che accorciano la vita, tra cui diabete, malattia cardiache, ipertensione e cancro, riconosciute sotto il nome di sindrome metabolica e da considerarsi come la malattia del ventunesimo secolo.

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Leggi anche: 

Catalogo dei corsi ECM FAD che saranno ri-pubblicati il 1° gennaio 2020

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Fonti:

Jeffrey M. Friedman , Leptin and the endocrine control of energy balance, Nature Metabolism volume 1, pages754–764(2019)C

Jeffrey M. Friedman, et al., A War On Obesity, Not the Obese, Science 299, 856 (2003); DOI: 10.1126/science.1079856 Jeffrey M. Friedman, MD, PhD,Obesity Is in the Genes, The science says James Corden was right to call out Bill Maher for fat shaming, in https://blogs.scientificamerican.com/observations/obesity-is-in-the-genes/

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